|
3. concettualizzazione iconica Una citazione essenziale compare nel pezzo di Umberto Mariani, nel quale il piombo si fa metafora della guerra e del suo "peso", mentre nella citazione di Mino Trafeli, da Catone a oggi, in un percorso di duemila anni, si perpetua il valore etico, politico ed estetico della libertà; nell'opera di Alik Cavaliere vediamo rappresentate tante bandiere, rese a volte irriconoscibili perché non siano più simboli di chiusi nazionalismi, ma definizioni di realtà diverse. La libertà che viene celebrata anche nell'opera di Alberto Gianquinto, un emblematico omaggio alla resistenza di Stalingrado, all'internazionalità di quell'evento e alla rete di fratellanza che unì allora l'Europa. I colori con Ibrahim Kodra, con i suoi musicanti, segnano il ritorno dell'allegria e dello slancio vitale a lungo mancato. Mimmo Rotella fa trapelare da tutta la sua composizione la forza di volontà e la fiducia che sono state alla base della Resistenza. Antonio Paradiso utilizza la metafora del volo, assai frequente nelle arti, ma qui rinnovata dall'assenza di enfasi retorica. Emilio Isgrò propone una sorta di testo, ma enigmatico e volutamente indecifrabile sotto l'eccesso di materia coprente. Consapevole crudezza si riscontra nell'amara ironia di Tino Stefanoni, con la sua bandiera rimpicciolita, persa nel bianco e dimentica dei suoi propositi di splendore. Davide Boriani gioca invece con abile disincanto con un simbolo storico, trasformandolo in un sarcastico dubbio. |
|||||