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Il sentimento espresso in materia e colore nelle formelle in mostra
sino a domani in palazzo comunale Cultura Magazine - 28 aprile / 4 maggio 1995 Riflessioni, ricordi, emozioni di artisti sulla Resistenza, espresse con gli strumenti dell'arte: è questa l'idea che anima l'originale mostra dal titolo "Memorie: cinquant'anni dopo, 1945 -1995", allestita in palazzo Comunale sino a domani, a cura di Carmine Iandoli e Floriano De Santi, con il patrocinio dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e dell'Associazione Partigiani Cristiani. Un'idea interessante e intrigante indirizzata ai maggiori pittori e scultori italiani, per parlare della Resistenza con linguaggi e modi diversi in questo 50° anniversario, e per stimolare l'arte a una riflessione libera su una fase così complessa della nostra storia recente. Un supporto comune, di terracotta, che assomiglia ad una bandiera mossa dal vento, è stato voluto dai curatori per offrire agli artisti uno spazio creativo diverso e capace di stimolare un messaggio figurativo nuovo e originale. 91 sono gli artisti presenti in mostra, molti di più quelli interpellati dai curatori. Il risultato è una mostra ricca di stimoli, che ci parla senza retorica, anzi con varietà di accenti (ora drammatici, polemici, di denuncia, ora magici, ironici, scanzonati, trionfanti e leggeri, mai banali o celebrativi) della Resistenza storica e di tutte le Resistenze del mondo, delle lotte, dei sacrifici, delle sofferenze, del sangue e delle morti occorsi per la conquista della libertà. Libertà da ogni forma di oppressione, da ogni filo spinato (I. Antico), ma anche da ogni linea di confine (G. Pardi), da ogni delimitazione territoriale (U. La Pietra), da ogni appartenenza di bandiera (A. Cavaliere). L'idea della lotta, della tragedia, del contrasto è presente in molte delle opere esposte, e si traduce in un uso drammatico ed espressivo del colore e della materia (sconvolgente la colata di rosso nell'opera di Mainolfi), e in una rapidità e tensione di stesura, di segno e di tutta la composizione. Materia e colore acquistano poi in alcune opere totale autonomia: sono gli impasti e gli effetti cromatici a portare alla superficie e a suggerire emozioni, sensazioni, umori diversi e contrapposti (G. Geronazzo, E. Franceschini, C. Iandoli, P. Spagnulo, W. Valentini); altrove il messaggio dell'artista si esprime attraverso pacate e rigorose geometrie, misteriose ed enigmatiche astrazioni, cifre sinuose, forme e strutture universali (P. Consagra), mentre in altri autori la superficie si spezza improvvisamente come attraversata da una profonda ferita (A. Pomodoro), o esplode e si frantuma in schegge impazzite di colore e materia (N. Canuti, A. Fabbri, E. Pusceddu) dando il senso di una lacerazione violenta, insanabile, ma anche liberatoria come nella bandiera di Hsiao Chin. Se un simbolo ritorna frequente in questa mostra, questo è senza dubbio la bandiera: ci sono quelle colorate e svolazzanti di S. Fiume, quella italiana in vetro di 0. Izumi, quella della riscossa di U. Mastroianni, quella solitaria e interrogativa di T. Stefanoni, e la "Casa bandiera" del magico dipinto di E. Tadini. Ogni formella ci consegna dunque un messaggio, una riflessione, un'idea, una memoria "per ricordare ancora e sempre" il XXV Aprile, come titola la sua opera U. Mariani; e il recupero della memoria, unito alla consapevolezza di un suo lento dissolversi, affiora attualissimo in alcuni artisti (M. Benedetti) precisando il significato non puramente celebrativo dell'intera rassegna. E proprio Cremona avrà il compito di conservare e trasmettere
queste 91 "Memorie" storiche; la collezione infatti, unica nel
suo genere, dopo altre esposizioni pubbliche a Bologna, Siena, Milano,
sarà donata dalle associazioni partigiane alla nostra città,
costituendo, ci auguriamo, il primo nucleo di quel Museo d'arte contemporanea
di cui da tempo si parla, magari nel rinnovato Palazzo dell'Arte. Laura Bonazzoli |
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