...
5
Celle. Ogni cella un gradino più fondo
dell'anima. Risate, implorazioni,
silenzio. Tra le sbarre ai finestroni
in cielo smorto a noi colava il mondo.
Figure ove l'osceno si cangiava
in sacro. Generazioni immote
da millenni. Necropoli remote
nella torbida quiete riaffioravano.
6
Qui dove il male ha le sue assise, e conta
suoi fasti il vizio, col cuore più puro
s'affida ognuno alla notte sicuro...
perché solo innocente è quei che sconta.
7
O compagni di me migliori, voi
che fulminaste in un grido di sangue
il destino, una forza che non langue
sospinse al bianco cielo degli eroi.
Io solo, ombra sfuggente, che ho potuto
se non fissarti, vitamorte in piena,
stringerti a me un istante? E un sorso appena
al bicchiere di tenebre ho bevuto.