Ora m'accorgo d'amarti
Italia, di salutarti
Necessaria prigione.
Non per le vie dolenti,
per le città
Rigate come visi umani
Non per la cenere di passione
Delle chiese, non per la voce
Dei tuoi libri lontani
Ma per queste parole
Tessute di plebi che battono
A martello nella mente,
Per questa pena presente
Che in te m'avvolge straniero.
Per questa mia lingua
che dico
A gravi uomini ardenti avvenire
Liberi in fermo dolore compagni.
Ora non basta nemmeno morire
Per quel tuo vano nome antico.