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Cremona A mezzo secolo di distanza è ormai opinione comune che occorra un ripensamento della Resistenza, sulla quale tutti mostriamo troppe facili certezze. Si tratta soprattutto di riconoscere a questi fatti la loro dignità di grande evento storico, sottraendoli ai ricorrenti rischi di retorica celebrativa o alle strumentalizzazioni di parte troppo riduttive e liquidatorie. La mostra d'arte "Memorie: cinquant'anni dopo, 1945-1995", che l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e l'Associazione Partigiani Cristiani hanno patrocinato in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario della Liberazione, è un notevole contributo del mondo dell'arte contemporanea per "non dimenticare", per testimoniare, rievocare quel periodo e porlo all'attenzione di tutti: per capire, per studiare, per sapere. In questi lunghi anni non sempre si è data la giusta attenzione a quel periodo: ora perché vissuto in modo agiografico e nella più formale ufficialità, ora perché rimosso e volutamente evitato, soprattutto nell'azione di informazione e formazione delle giovani generazioni. E oggi rischiamo di scoprire che negli anni del duemila le giovani generazioni poco conoscono dei valori, degli ideali, della voglia di libertà che animarono le nostre radici. Dobbiamo invece far crescere un processo politico e sociale autentico, capace di dialogare positivamente con le sue storie, le sue identità, le sue differenze, con le ragioni e le culture del nostro tempo, costruendo così, nel confronto, un progetto civile di sviluppo democratico. Con la speranza che le emozioni provocate dall'arte possano rinnovare e cementare in tutti la voglia di libertà e di democrazia, il rifiuto di ogni sopruso e di ogni violenza, rivolgiamo un vivo ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa mostra. Alfeo Garini |
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